Nell’epoca iperconnessa, le dipendenze non si presentano più soltanto sotto forma di sostanze; sempre più frequentemente, adolescenti e giovani adulti sviluppano atteggiamenti e comportamenti disfunzionali legati a strumenti quotidiani come smartphone, videogiochi, piattaforme streaming o app di dating. Si tratta di dipendenze digitali emergenti, subdole e spesso normalizzate, che incidono sulla salute mentale, sulle relazioni e sullo sviluppo identitario.
Queste forme di dipendenza non sono il frutto di una sola causa: fattori biologici, psicologici, ambientali e relazionali si intrecciano in modo complesso. Capire come si sviluppano, chi è più a rischio e quali meccanismi di rinforzo le sostengono è, oggi, una sfida centrale per chi lavora nel campo della salute mentale, dell’educazione e della prevenzione.
In questo articolo analizziamo cinque tra le dipendenze digitali più diffuse nella fascia 14–30 anni, accompagnando ogni sezione con evidenze scientifiche aggiornate, per offrire uno sguardo completo su fenomeni ancora troppo sottovalutati.
1. Smartphone e social network: oltre lo scroll compulsivo
Molti adolescenti iniziano controllando una notifica, ma quello che segue può diventare un bisogno incontrollabile di restare connessi. Questo fenomeno, noto come problematic smartphone use, mostra sintomi comuni alle dipendenze: ansia quando il telefono è lontano, difficoltà a interrompere l’uso e peggioramento del sonno.
Biologicamente, l’uso continuo attiva il sistema dopaminergico, rinforzando la sensazione di piacere che spinge alla reiterazione. Chen et al. (2021) hanno dimostrato che i meccanismi di design persuasivo – infinite scroll, notifiche modulabili – favoriscono questo effetto rinforzante, rendendo l’utente più vulnerabile alla compulsione.
Uno studio di Sarman & Çiftci (2024) condotto in Turchia ha trovato una correlazione significativa tra dipendenza da smartphone, sintomi depressivi e insonnia tra adolescenti . Domoff et al. (2020) hanno collegato l’uso eccessivo di telefoni a disturbi alimentari, confermando l’impatto sul benessere psicofisico .
Un’indagine longitudinale condotto da Xiao et al. (2025) su oltre 4.000 adolescenti ha mostrato che sono i comportamenti compulsivi, non il tempo trascorso a influenzare maggiormente la salute mentale, con un aumento di sintomi di ansia, depressione e ideazione suicidaria.
Bibliografia:
- Chen X. et al. (2021). Do Persuasive Designs Make Smartphones More Addictive? arXiv, DOI:10.48550/arXiv.2106.02604
- Sarman A., Çiftci N. (2024). Smartphone addiction, loneliness, and depression among adolescents, J Pediatr Nurs, DOI:10.1016/j.pedn.2024.02.019
- Domoff S.E. et al. (2020). Addictive phone use and eating behaviors, Int J Environ Res Public Health, DOI:10.3390/ijerph17082861
- Xiao Y, Meng Y, Brown TT, Keyes KM, Mann JJ. Addictive Screen Use Trajectories and Suicidal Behaviors, Suicidal Ideation, and Mental Health in US Youths. JAMA. 2025 Jun 18:e257829. doi: 10.1001/jama.2025.7829.
2. Gaming disorder: quando il gioco prende il sopravvento
Il disturbo da gioco non è più una leggera euforia prolungata: quando il videogame diventa l’unico rifugio, con sintomi di astinenza e perdita di controllo, siamo di fronte a un problema serio.
Una meta-analisi (2024) condotta su 641.763 adolescenti, ha stimato una prevalenza dell’8,6 % di gaming disorder (95 % CI: 6,9–10,8 %) . Un’altra metanalisi globale (2025) ha riportato prevalenza tra il 1,4 % e il 3,3 %, indicando eterogeneità dovuta a strumenti di misurazione e campionamenti .
Fam (2018) ha evidenziato una prevalenza media del 4,6 % tra maschi adolescenti e 1,3 % tra femmine . Lo studio cinese di Zhang et al. (2024) su 7.900 ragazzi (12–18 anni) ha trovato una prevalenza del 2,27 %, evidenziando fattori di rischio come stili genitoriali rigidi, eventi negativi e sensitività alla ricompensa .
Infine, Flayelle et al. (2025) hanno sottolineato il ruolo cruciale del game design, con pattern scorretti e meccanismi di ricompensa che rendono i giochi più avvincenti, specialmente per soggetti vulnerabili.
Bibliografia:
- Satapathy P, Khatib MN, Balaraman AK, R R, Kaur M, Srivastava M, Barwal A, Prasad GVS, Rajput P, Syed R, Sharma G, Kumar S, Singh MP, Bushi G, Chilakam N, Pandey S, Brar M, Mehta R, Sah S, Gaidhane A, Serhan HA, Samal SK. Burden of gaming disorder among adolescents: A systemic review and meta-analysis. Public Health Pract (Oxf). 2024 Dec 20;9:100565. doi: 10.1016/j.puhip.2024.100565.
- Peng P. et al. (2025). Prevalence of gaming disorder: meta-analysis, Eur Child Adolesc Psychiatry, DOI:10.1007/s00787-025-02675-z
- Fam J.Y. (2018). Prevalence of internet gaming disorder in adolescents, Scand J Psychol, DOI:10.1111/sjop.12459
- Zhang L, Han J, Liu M, Yang C, Liao Y. The prevalence and possible risk factors of gaming disorder among adolescents in China. BMC Psychiatry. 2024 May 21;24(1):381. doi: 10.1186/s12888-024-05826-9.
- Flayelle M. et al. (2025). Dark patterns in mobile games, Addict Behav Rep, DOI:10.1016/j.abrep.2025.100609
3. Compulsive online shopping: il carrello che consola
Lo shopping online può trasformarsi da semplice passatempo a meccanismo di gestione emotiva: quando lo clic diventa rifugio da ansia o noia, stiamo avvicinandoci alla dipendenza da shopping online.
Uno studio su 694 consumatori turchi ha mostrato che ansia e depressione sono fortemente predittive dell’addiction da acquisto online, mentre un atteggiamento finanziario responsabile sembra servirne da freno (Erzincanlı et al., 2024)
Jiang et al. (2017), considerando un campione di studenti universitari, hanno documentato come un basso autocontrollo sia associato a una marcata attenzione selettiva verso stimoli relativi allo shopping, misurata con lo Stroop: più si è deboli nel controllarsi, più il click diventa irresistibile .
Rose & Dhandayudham (2014) hanno identificato predittori di acquisti impulsivi online – tra cui pop-up, offerte immediate, anonimato – evidenziando come il design persuasivo delle piattaforme amplifichi il comportamento compulsivo.
L’analisi del temperamento di Voth et al. (2014) ha rivelato che i soggetti che presentano dipendenza ,erano caratterizzati da uno stile reattivo e impulsivo, con dati convergenti tra questionari e test comportamentali.
Infine, Traş & Yakıcı (2023) hanno confermato la correlazione tra compulsive buying online, ansia e depressione in un campione clinico di adulti.
Bibliografia:
- Erzincanlı E., Akbulut S., Çubukcu Ö., Taş H. (2024). Role of self-control, financial attitude, depression, anxiety and stress in predicting consumers’ online shopping addiction, Front Public Health, DOI:10.3389/fpubh.2024.1382910
- Jiang Z., Zhao X., Li C. (2017). Self-control predicts attentional bias assessed by online shopping‑related Stroop in high online shopping addiction tendency college students, Compr Psychiatry, DOI:10.1016/j.comppsych.2017.02.007
- Rose S., Dhandayudham A. (2014). Towards an understanding of internet‑based problem shopping behaviour: the concept of online shopping addiction and its proposed predictors, J Behav Addict, DOI:10.1556/JBA.3.2014.003
- Voth E.M., Claes L., Georgiadou E., et al. (2014). Reactive and regulative temperament in patients with compulsive buying and non‑clinical controls…, Compr Psychiatry, DOI:10.1016/j.comppsych.2014.05.011
- Traş Z., Yakıcı H.B. (2023). Examining the relationship between compulsive online buying behavior and depression, Anxiety Stress Addict J, DOI:10.51982/bagimli.1172148
4. Binge-watching: l’ultimo episodio che non ti lascia più
La visione consecutiva di episodi può diventare molto più che relax: se diventa una fuga rafforzata nell’isolamento, stiamo toccando le frontiere della dipendenza da binge-watching.
Uno studio di Özkent e Açıkel (2022a), condotto su 189 adolescenti, ha mostrato che chi binge-watched frequentemente presentava maggiori problemi emotivi, comportamentali, cognitivi e sintomi inattentivi comparabili all’ADHD.
Starosta et al. (2021), in un campione di 645 giovani adulti, hanno rilevato che impulsività e difficoltà nella regolazione emotiva, oltre alla motivazione di fuga, predicono il binge problematico.
Una meta-analisi MDPI (Alimoradi et al., 2022) ha confermato associazioni significative con depressione, ansia e stress, anche se di intensità attenuata.
Özkent & Açıkel (2022b) hanno documentato in Turchia correlazioni tra binge-watching, iperattività, problemi di regolazione della rabbia e disagio familiare.
Il sistema di review di Joseph & Varghese (2025) ha delineato fattori di rischio quali solitudine, ansia sociale ed escapismo, evidenziando come il binge a doppio volto (coping vs dipendenza) necessiti di interventi calibrati .
Bibliografia:
- Özkent Y., Açıkel B. (2022a). The Association Between Binge-Watching Behavior and Psychological Problems Among Adolescents, J Nerv Ment Dis, DOI:10.1097/NMD.0000000000001510
- Starosta J., Izydorczyk B., Sitnik-Warchulska A., Lizińczyk P. (2021). Impulsivity and Difficulties in Emotional Regulation as Predictors of Binge‑Watching Behaviours, Int J Environ Res Public Health, PMID:34858225
- Alimoradi Z., Jafari E., Potenza M.N., et al. (2022). Binge‑Watching and Mental Health Problems: A Systematic Review and Meta‑Analysis, Int J Environ Res Public Health, DOI:10.3390/ijerph19159707
- Özkent Y., Açıkel B. (2022b). Binge-watching addiction and ADHD-related problems in adolescents, J Nerv Ment Dis, DOI:10.1097/NMD.0000000000001510
- Joseph D., Varghese S.K. (2025). Binge‑watching as a behavioural addiction: A systematic review…, Indian J Psych Soc Work, DOI:10.29120/ijpsw.2025.v16.i1.637
5. Dating apps: connessioni che isolano
Servono per conoscere qualcuno, ma per alcuni diventano fonte di dipendenza da approvazione digitale: swipe compulsivi, controllo ossessivo, ansia da rifiuto.
In un ampio studio su 5.400 giovani taiwanesi (2025), è stato trovato un legame diretto tra ansia sociale e comportamenti compulsivi nella gestione dei match, spesso come forma di buffering (“cuscinetto”) emotivo.
Zytko et al. (2021), su Tinder, hanno denunciato rischi legati a trattamento transazionale dei rapporti, perdita di empatia e aumento dell’ansia relazionale .
Choo et al. (2015) hanno evidenziato vulnerabilità di privacy e della sfera personale, che possono aggravare il senso di insicurezza e alimentare comportamenti ossessivi .
Altri studi correlano l’uso intensivo di dating apps a sintomi depressivi e attivazione di pattern relazionali impulsivi, sovrapponibili a forme sessuali problematiche .
Bibliografia:
- Yi-Ting Huang, An-Di Gong, Too vulnerable to resist: Problematic use of dating apps associated with social appearance anxiety, social interaction anxiety, and rejection sensitivity,Computers in Human Behavior,Volume 165,2025,108566,ISSN0747-5632,https://doi.org/10.1016/j.chb.2025.108566.
- Zytko D, Furlo N., Carlin B. , Archer M. 2021. Computer-Mediated Consent to Sex: The Context of Tinder. Proc. ACM Hum.-Comput. Interact. 5, CSCW1, Article 189 (April 2021), 26 pages. https://doi.org/10.1145/3449288
- Choo, K., Farnden, J., & Martini, B. (2015). Privacy Risks in Mobile Dating Apps. ArXiv, abs/1505.02906.
Conclusione:
Le nuove dipendenze digitali richiedono una prospettiva integrata – Bio-Psico-Sociale – per comprenderne l’insorgenza e definire interventi efficaci e preventivi. Solo agendo su tutti i livelli (biologico, ambientale, relazionale, individuale) è possibile uscire dall’approccio riduzionista e costruire percorsi di benessere sostenibile per adolescenti e giovani adulti.
Dott. De Marco Simone